1. Parlaci un po’ di te! Cosa fai nella vita?
Sono un impiegato nella pubblica
amministrazione, mi occupo di fiscalità locale. Sono sposato e ho due figli.
Nel tempo libero, oltre a scrivere e a leggere, dipingo. Mi affascina tutto ciò
che ha a che fare con la creatività.
2.
Quando
hai cominciato a scrivere? Si tratta di una passione innata oppure l’hai in
qualche modo scoperta? Se è stata una scoperta, quando e come è accaduto?
È partito tutto come una sfida con me
stesso, nel 2011. Da appassionato lettore di gialli mi sono chiesto se fossi
stato capace di inventarmi una storia che avesse una trama articolata e che,
soprattutto, fosse ambientata nella mia terra, perché volevo descrivere gli
splendidi paesaggi del Salento, come già facevo con i dipinti. Tra prima
stesura e innumerevoli revisioni ci sono voluti ben otto anni affinché mi
decidessi a pubblicare Le ragioni della
follia. Chiaramente in tutto questo periodo ci sono stati interi mesi in
cui ho lasciato decantare lo scritto nel cassetto, per poi riprenderlo e poi
ancora lasciarlo, e così via.
3.
“Le
ragioni della follia” è il tuo romanzo d’esordio?
Sì, è il mio primo figlio.
4.
Come
mai hai scelto di dedicarti ai generi giallo/thriller?
È stata la passione per la letteratura
gialla a portarmi in quella direzione, e poi volevo aggiungere un commissario
tarantino alla lunga schiera di poliziotti italiani sparsi lungo la penisola.
5.
Da
lettore, quali generi letterari prediligi?
Oltre ai gialli mi piacciono i romanzi
storici, i saggi che hanno a che fare con il mondo della criminalità, e anche
il mainstream.
6.
Quando
scrivi, usi qualche stratagemma per “isolarti” (musica, un posto preferito in
cui scrivere, un momento particolare della giornata ecc.)?
Per i momenti mi devo accontentare di
quello che passa il convento: i pomeriggi liberi, le mattine di sabato e
domenica. D’estate scrivo in giardino, per il resto dell’anno sul divano
davanti al camino, ma devo essere da solo.
7.
Scrivere
un romanzo così complesso come “Le ragioni della follia” non deve essere
semplice, sei uno scrittore che schematizza oppure scrivi di getto e ci ritorni
in un secondo momento a uniformare il tutto?
Sono metodico per natura, e poi un
thriller credo che debba essere pianificato. Per me è così, e non sarei capace
di iniziare a scrivere di getto. Io preparo una scaletta semirigida di tutti
gli eventi, che poi in corso d’opera non è detto che venga cambiata, anzi.
8.
Qual
è stato il percorso che ti ha portato alla pubblicazione del tuo primo romanzo?
Come mai hai scelto il self publishing? Sei soddisfato della scelta fatta?
Prima di scegliere il self ho inviato
la mia proposta editoriale a diverse case editrici, e continuo ancora a farlo.
A un certo punto ho deciso di azzardare il self, se non altro per avere un riscontro
diretto dai lettori, e devo dire che il risultato è più che soddisfacente.
9.
Quanto
di te c’è all’interno di “Le ragioni della follia”? C’è un personaggio del tuo
romanzo al quale ti senti più vicino?
Sono convinto che l’autore di un
romanzo lasci sempre qualcosa di sé nei propri scritti, non fosse altro che per
una impossibilità fisiologica di estraniarsi completamente dal proprio vissuto,
tuttavia non credo di aver lasciato in un personaggio in particolare qualcosa
strettamente personale.
10. Ci puoi parlare dei tuoi progetti per il
futuro? C’è qualche novità in vista?
Ad agosto scorso ho pubblicato il
secondo romanzo della serie, e a ottobre ho iniziato a scrivere il terzo, ma
sono in alto mare. Ho una serie di racconti abbozzati con i quali ho in mente
di pubblicare una raccolta.
11. Per finire, ci vuoi raccontare qualche
curiosità in merito a “Le ragioni della follia”? Oppure ci vuoi salutare con
una citazione tratta dal tuo romanzo?
Il nome del protagonista ha un
significato che rispecchia il suo essere: Spiro Fusco sta letteralmente per
spirito ombroso (o oscuro). La citazione è questa: “Perché il male non dimentica. Perché il male è come la lava di un
vulcano: un continuo gorgoglio incandescente che aspetta il momento in cui
potrà dare libero sfogo a tutta la sua forza distruttrice.”
Colgo l’occasione
per ringraziare Fabio Giorgino per l’intervista e invitarvi a scoprire di più
sul romanzo di cui ne parla attraverso la mia recensione che trovate qui. Inoltre,
vi anticipo che tra non molto avrò il piacere di estendere la collaborazione al
suo secondo libro, “Echi sinistri”.
Nessun commento:
Posta un commento