lunedì 12 aprile 2021

Intervista: Fabio Giorgino

 


    1.    Parlaci un po’ di te! Cosa fai nella vita?

Sono un impiegato nella pubblica amministrazione, mi occupo di fiscalità locale. Sono sposato e ho due figli. Nel tempo libero, oltre a scrivere e a leggere, dipingo. Mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creatività.

 

2.    Quando hai cominciato a scrivere? Si tratta di una passione innata oppure l’hai in qualche modo scoperta? Se è stata una scoperta, quando e come è accaduto?

È partito tutto come una sfida con me stesso, nel 2011. Da appassionato lettore di gialli mi sono chiesto se fossi stato capace di inventarmi una storia che avesse una trama articolata e che, soprattutto, fosse ambientata nella mia terra, perché volevo descrivere gli splendidi paesaggi del Salento, come già facevo con i dipinti. Tra prima stesura e innumerevoli revisioni ci sono voluti ben otto anni affinché mi decidessi a pubblicare Le ragioni della follia. Chiaramente in tutto questo periodo ci sono stati interi mesi in cui ho lasciato decantare lo scritto nel cassetto, per poi riprenderlo e poi ancora lasciarlo, e così via.

 

3.    “Le ragioni della follia” è il tuo romanzo d’esordio?

Sì, è il mio primo figlio.

 

4.    Come mai hai scelto di dedicarti ai generi giallo/thriller?

È stata la passione per la letteratura gialla a portarmi in quella direzione, e poi volevo aggiungere un commissario tarantino alla lunga schiera di poliziotti italiani sparsi lungo la penisola.

 

5.    Da lettore, quali generi letterari prediligi?

Oltre ai gialli mi piacciono i romanzi storici, i saggi che hanno a che fare con il mondo della criminalità, e anche il mainstream.

 

6.    Quando scrivi, usi qualche stratagemma per “isolarti” (musica, un posto preferito in cui scrivere, un momento particolare della giornata ecc.)?

Per i momenti mi devo accontentare di quello che passa il convento: i pomeriggi liberi, le mattine di sabato e domenica. D’estate scrivo in giardino, per il resto dell’anno sul divano davanti al camino, ma devo essere da solo.

 

7.    Scrivere un romanzo così complesso come “Le ragioni della follia” non deve essere semplice, sei uno scrittore che schematizza oppure scrivi di getto e ci ritorni in un secondo momento a uniformare il tutto?

Sono metodico per natura, e poi un thriller credo che debba essere pianificato. Per me è così, e non sarei capace di iniziare a scrivere di getto. Io preparo una scaletta semirigida di tutti gli eventi, che poi in corso d’opera non è detto che venga cambiata, anzi.

 

8.    Qual è stato il percorso che ti ha portato alla pubblicazione del tuo primo romanzo? Come mai hai scelto il self publishing? Sei soddisfato della scelta fatta?

Prima di scegliere il self ho inviato la mia proposta editoriale a diverse case editrici, e continuo ancora a farlo. A un certo punto ho deciso di azzardare il self, se non altro per avere un riscontro diretto dai lettori, e devo dire che il risultato è più che soddisfacente.

 

9.    Quanto di te c’è all’interno di “Le ragioni della follia”? C’è un personaggio del tuo romanzo al quale ti senti più vicino?

Sono convinto che l’autore di un romanzo lasci sempre qualcosa di sé nei propri scritti, non fosse altro che per una impossibilità fisiologica di estraniarsi completamente dal proprio vissuto, tuttavia non credo di aver lasciato in un personaggio in particolare qualcosa strettamente personale.

 

10. Ci puoi parlare dei tuoi progetti per il futuro? C’è qualche novità in vista?

Ad agosto scorso ho pubblicato il secondo romanzo della serie, e a ottobre ho iniziato a scrivere il terzo, ma sono in alto mare. Ho una serie di racconti abbozzati con i quali ho in mente di pubblicare una raccolta.

 

11. Per finire, ci vuoi raccontare qualche curiosità in merito a “Le ragioni della follia”? Oppure ci vuoi salutare con una citazione tratta dal tuo romanzo?

Il nome del protagonista ha un significato che rispecchia il suo essere: Spiro Fusco sta letteralmente per spirito ombroso (o oscuro). La citazione è questa: “Perché il male non dimentica. Perché il male è come la lava di un vulcano: un continuo gorgoglio incandescente che aspetta il momento in cui potrà dare libero sfogo a tutta la sua forza distruttrice.”

 

Colgo l’occasione per ringraziare Fabio Giorgino per l’intervista e invitarvi a scoprire di più sul romanzo di cui ne parla attraverso la mia recensione che trovate qui. Inoltre, vi anticipo che tra non molto avrò il piacere di estendere la collaborazione al suo secondo libro, “Echi sinistri”.


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