lunedì 15 febbraio 2021

Discorso diretto: forma e punteggiatura

 


La prima cosa da dire è che ogni casa editrice ha un suo modo di impostare i discorsi diretti (la Newton Compton utilizza le virgolette basse o caporali, mentre la Feltrinelli utilizza le virgolette alte e l’Einaudi il trattino medio, per dirne alcune), e nessuno di questi metodi è più o meno giusto rispetto agli altri. Come per ogni cosa quando si tratta di scrittura, ricordate che la parola d’ordine è: UNIFORMITÀ. Quindi scegliete un metodo e adottatelo per tutta la lunghezza del vostro scritto, poi, se deciderete di inviare il vostro materiale a una o più case editrici, saranno loro, in fase di editing, a riportare tutto verso i propri standard.



Contenuto dei discorsi diretti



La prima cosa da tenere in mente quando si deve scrivere un dialogo è il suo contenuto. Il discorso diretto deve essere in linea con il personaggio al cui è attribuito, deve tener conto del contesto, del carattere del personaggio, della persona con cui interloquisce (età, posizione lavorativa, rango sociale in alcuni casi).

Se un discorso diretto avviene in forma altamente formale (ad esempio in un romanzo storico si può avere un dialogo tra un Re e un suo suddito) si deve tener conto degli appellativi che gli interlocutori usano, si deve scegliere se dare del lei o del voi e ricordarsi di mantenere quella forma per tutta la lunghezza dei discorsi diretti che hanno come protagonisti gli stessi personaggi (non si può dare del lei nel primo capitolo e nel terzo passare all’informale tu senza una ragione evidente; e non si può passare dal lei al voi o viceversa).

Es.: “Vostra Eccellenza, permettetemi di presentarmi, sono il Visconte Bianchi.”



Se invece stiamo scrivendo un dialogo tra amici o conoscenti di vecchia data, oppure coetanei molto giovani, questo sarà molto informale e così dovrà rimanere per tutta la lunghezza dello scritto.

Es.: “Ciao, mi presento: mi chiamo Maria, tu invece?”



Bisogna far molta attenzione se si deve scrivere un discorso diretto in ambito lavorativo. Ad esempio, se si deve far parlare un detective, si farà della ricerca sui termini da utilizzare. Un detective, in ambito lavorativo, non parlerà come un fruttivendolo, ma nemmeno come un medico. Allo stesso tempo, il detective in questione si esprimerà in un modo ai propri superiori, in un altro a indagati nel corso di un’indagine, in un altro ancora nell’ambito di un interrogatorio e ancora, si esprimerà in modo totalmente diverso con i propri colleghi, diverso da come si esprimerà verso i propri famigliari e amici fuori dal lavoro.

Es.: “Sceriffo, dall’indagine appena conclusa si evince un indubbio coinvolgimento dell’indagato principale.” (detective che parla con il proprio superiore)

Signor Rossi, devo farle alcune domande per quanto riguarda sua moglie.” (detective che parla con il famigliare di una vittima)

“Ora la smetta di tergiversare e risponda alle mie domande!” (detective durante un interrogatorio)

Bianchi, andiamo a prenderci un caffè?” (detective che parla con un collega; attenzione anche agli appellativi da utilizzare: se si decide che il detective in questione si riferisce ai propri colleghi utilizzando il cognome in ambito lavorativo, così sarà per tutti i dialoghi che riguardano il lavoro. Mettiamo caso che il detective in questione sia molto amico di un collega: nell’ambito lavorativo lo chiamerà per cognome, fuori dal lavoro per nome.)

“Tesoro, cosa c’è stasera per cena?” (lo stesso detective che parla con la moglie)



Cosa altrettanto importante è quella di adattare il tono del discorso diretto al carattere del personaggio che parla, rende il tutto più verosimile e coinvolge maggiormente il lettore, lo fa immedesimare ancor più nel personaggio.



Altra regola da tenere a mente è quella di evitare il più possibile di anticipare o spiegare i dialoghi.

Es.: Maria mi chiese come stavo: “Come stai?” (meglio optare per forme come: “Come stai?” Mi chiese Maria.)



Altrettanto importante è anche evitare di usare sempre la stessa forma nella chiusura del dialogo: disse, chiese, rispose e simili. Meglio attirare l’attenzione su un’azione eseguita dal personaggio e, quando si devono usare queste forme, ricordarsi di alternarle (non scrivere per tre battute di fila rispose, ma alternare con: affermò, disse, rimarcò ecc.)

Es.: “Certo che questa situazione è proprio buffa” sogghignò Mario.





Punteggiatura dei discorsi diretti



Come dicevo nell’introduzione, ogni casa editrice ha il proprio modo per delimitare le battute dei discorsi diretti, quindi di seguito vi illustrerò tutti i metodi corretti, sta poi a voi sceglierne uno.

Il modo più semplice per farvi capire l’utilizzo della punteggiatura nei dialoghi è attraverso gli esempi, ed è quello che farò qui in seguito.



Caporali o virgolette basse («»)

ATTENZIONE! Queste “<< >>” non sono caporali, sono soltanto i segni minore (<) e maggiore (>) ripetuti, che vanno usati in matematica e MAI per delimitare i dialoghi.



Battuta semplice

«Noi andiamo al mare». (il punto finale può essere messo sia prima che dopo la chiusura delle caporali, l’importante è mantenere lo stesso metodo per tutte le battute dello stesso genere. )

«Andiamo al mare?» (tutti i segni di interpunzione diversi dal punto fermo e dalla virgola vanno inseriti sempre all’interno delle caporali. Alcune case editrici, come la Newton Compton, inseriscono il punto fermo dopo la chiusura delle caporali anche in presenza di altri segni di interpunzione: «Andiamo al mare?».)

«Andiamo al mare!»



Battuta semplice retta esternamente

«Noi andiamo al mare» disse Andrea. (se quello che viene dopo la chiusura delle caporali è una continuazione della battuta stessa, va usata l’iniziale minuscola anche in presenza di segni di interpunzione all’interno delle caporali.)

«Andiamo al mare?» chiese Andrea.

«Andiamo al mare!» esclamò Andrea.

Andrea chiese: «Andiamo al mare?» (in questo caso, la battuta del dialogo inizia con la maiuscola.)

Quando serve, la virgola va inserita dopo la chiusura delle caporali:

«Andiamo al mare», disse Andrea. (alcune case editrici la usano anche in presenza di altri segni di interpunzione presenti all’interno delle caporali: «Andiamo al mare?», chiese Andrea.)



Battuta composta

«Noi andiamo al mare», disse Andrea, «venite anche voi?»

«Andiamo al mare?» chiese Andrea, «per favore!»



Virgolette alte (“”)



Battuta semplice (stesse regole che si osservano per le caporali per quanto riguarda la punteggiatura finale.)

Noi andiamo al mare”.

Andiamo al mare!”

Andiamo al mare?”



Battuta semplice retta esternamente (anche qui, le regole da seguire sono le stesse che trovate per le caporali)

Noi andiamo al mare” disse Andrea.

Andiamo al mare!” esclamò Andrea.

Andiamo al mare?” chiese Andrea.

Andrea chiese: “Andiamo al mare?”



Battuta composta (stesse regole che trovate per le caporali)

Noi andiamo al mare” disse Andrea, “venite anche voi?”

Andiamo al mare?” chiese Andrea, “per favore!”



Trattino medio spaziato ()

Se la battuta non è retta esternamente, non serve il trattino di chiusura.



Battuta semplice

Noi andiamo al mare. (in questo caso non c’è alcuna distinzione tra segni di interpunzione finali: tutti vanno a fine battuta.)

Andiamo al mare!

Andiamo al mare?



Battuta semplice retta esternamente

Noi andiamo al mare ‒ disse Andrea. (in questo caso si aggiunge il trattino di chiusura e, in caso dovessimo inserire la virgola, questa va prima del trattino: ‒ Noi andiamo al mare, ‒ disse Andrea.

Andiamo al mare! ‒ esclamò Andrea.

Andiamo al mare? ‒ chiese Andrea.

Andrea chiese: ‒ Andiamo al mare? (in questo caso il trattino di chiusura non è più necessario.)



Battuta composta

Noi andiamo al mare, ‒ disse Andrea, ‒ venite anche voi?

Andiamo al mare? ‒ chiese Andrea, ‒ per favore!





Citazioni all’interno del discorso diretto



Come si fa se si ha bisogno di inserire una citazione all’interno di un discorso diretto (oppure riportare un un altro discorso diretto all’interno del dialogo)?



Nel caso delle caporali, si andrebbero a usare le virgolette alte, così come nel caso dei trattini.

«Ho visto Andrea e mi ha chiesto: “Andiamo al mare?”»

Ho visto Andrea e mi ha chiesto: “Andiamo al mare?”.



Nel caso si optasse per l’utilizzo delle virgolette alte per delimitare i dialoghi, la citazione andrà delimitata dalle virgolette alte singole.

Ho visto Andrea e mi ha chiesto: ՙAndiamo al mare?՚”



Spero che questo articolo possa esservi d’aiuto. Personalmente, credo che i dialoghi siano la cosa più difficile da riportare in uno scritto, non solo per i dubbi che possono venire a riguardo della punteggiatura da utilizzare, ma anche per la difficoltà di renderli verosimili, più vicini alla realtà possibile, adattandoli comunque ai personaggi e al genere di narrazione all’interno della quale si troveranno.

Il discorso è molto ampio, ci sono molte cose da prendere in considerazione, quindi se avete bisogno di qualche chiarimento sarò molto felice di aiutarvi.


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