sabato 22 maggio 2021

Recensione: "Nessuna verità" di Elena Carletti


 

Titolo:  Nessuna Verità

 Elena Carletti

 thriller psicologico

 Self-publishing

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Quando Laura, tecnico di laboratorio dell’Agribio Research, trova un’alta percentuale di diserbante nel grano, il mondo le crolla addosso. Non sa cosa fare perché nessuno le crederebbe, visto il suo passato. Laura sa chi c’è dietro, o almeno è quello che le ripetono le voci nella sua testa tutti i giorni, ma non immagina quanto alti siano gli interessi delle persone coinvolte. E quando pensa di aver trovato la soluzione, ecco che qualcosa sconvolge di nuovo la sua vita, riportandola indietro nel tempo, a quando tutti la credevano pazza. Perché forse Laura pazza lo è davvero, perché quelle voci la torturano e le dicono di fare cose che lei non osa nemmeno pensare. Anche a suo figlio. Laura sa di aver ragione ma sa anche di non poter contare su nessuno per trovare quella che per tutti è una verità che non esiste.



Eccomi con una nuova recensione, questa volta parliamo di un thriller psicologico. Mi sono sempre piaciuti i gialli e i thriller e ammiro chi li scrive proprio per la complessità di questi generi. Inoltre, devo dire di essere particolarmente attenta e critica quando ne leggo.

Nessuna Verità ha come protagonista Laura, una donna che si ritrova a crescere un figlio da sola in seguito alla perdita del marito, cosa che le crea anche un profondo disagio psicologico. La donna lotta da anni contro una pesante depressione, poco curata tra l’altro, che la porta a sentire delle voci. Un po’ come se nella sua testa si annidasse qualcuno che la deride e offende continuamente, dandole dell’incapace. E non sono solo queste voci a darle addosso continuamente, ma anche le persone a lei più vicine, le stesse che dovrebbero darle un minimo d’aiuto.

La storia gira attorno al lavoro di Laura, che si occupava di analisi di laboratorio sul grano prima della morte del marito, per poi vedersi declassata a causa delle sue condizioni psicologiche. Insomma, un giorno le vengono nuovamente assegnate delle analisi da fare e scopre qualcosa che non quadra riguardante la materia prima di una delle più grosse fabbriche produttrici di pasta. Da qui parte una vera e propria lotta tra la protagonista, le voci dentro la sua testa e un po’ tutti quelli che le stanno vicini. C’è chi li dà della pazza o dell’inaffidabile e nessuno le crede quando cerca di portare alla luce ciò che ha scoperto. A un certo punto stenta a crederci lei stessa.

Ho trovato la vicenda di per sé abbastanza avvincente, l’idea di fondo molto originale e il libro curato dal punto di vista della forma, ma non l’ho amato. Sono gusti assolutamente soggettivi e per questo non voglio che influenzino altri lettori, però mi sembra anche giusto esprimere il mio punto di vista. Ho trovato le voci nella testa della protagonista troppo presenti nella narrazione e troppo ripetitive, non ho esperienza in merito e non so se le voci che un malato mentale sente siano davvero di quel genere, però per mio gusto personale ne avrei tolta la metà, magari facendo capire che c’erano ma senza riportarle. Inoltre non sono riuscita a immedesimarsi nella protagonista, non ha acceso in me quella scintilla che solitamente cerco in un libro. Ma la cosa che invece mi ha lasciata più spiazzata è il finale, e non spiazzata in positivo purtroppo. Non posso darvi troppe informazioni per ovvie ragioni (si tratta del finale di un thriller!), ma dico solo che non mi è piaciuto il messaggio…

Elena Daniela P.



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