venerdì 9 aprile 2021

Recensione: "Io non ho più paura" di Niccolò Palombini

 


Data uscita: 08/04/2021
Link Amazon: Io non ho più paura


La storia di come da ragazzo sono diventato uomo in un solo batter d’ali
Cosa succede quando la malattia irrompe, improvvisa e devastante, nella vita di un ragazzo di sedici anni?
Niccolò (Nicco, per gli amici) vive la sua adolescenza tra le gioie e le preoccupazioni della sua età, tra scuola, amici, fidanzata, sport… È fortunato, Nicco: circondato da una famiglia amorevole e sostenuto dalla complicità di due fratelli gemelli, può guardare con fiducia a un futuro pieno di promesse.
All’improvviso però tutto cambia. Sul campo da calcio, la sua passione più grande, Nicco sente un dolore alla gamba, insistente, insidioso. I giorni passano, ma quel dolore no, non passa, anzi, si fa sempre più intenso, finché un giorno la gamba cede e le cose precipitano.
Osteosarcoma: questa è la terribile sentenza che colpisce Niccolò come un pugno in pieno viso. È la primavera dei suoi sedici anni e lui ha un cancro. Inizia così una lenta discesa agli inferi tra biopsie, operazioni, ricoveri, terapie e devastanti effetti collaterali.
Mentre i suoi coetanei si godono l’estate, Nicco, in una stanza d’ospedale, è costretto a crescere in fretta, solo contro un nemico implacabile e subdolo. E proprio quando la stanchezza sembra prendere il sopravvento, Niccolò scopre il potere del sorriso, di un atteggiamento positivo, della resilienza…
In questa lettera accorata che è un incitamento a non darsi mai per vinti, Nicco non nasconde nulla, non il dolore, non la rabbia, non il senso di sconfitta. Nel labirinto dei suoi pensieri, delle sue altalenanti emozioni, ci prende per mano e ci apre il suo cuore, che ha scoperto essere più forte e coraggioso di quanto avrebbe mai potuto immaginare.
Perché essere coraggiosi non significa non avere paura, ma andare avanti nonostante la paura.
Mi chiamo Niccolò, ho sedici anni e un tumore maligno.
E questo è il mio diario.
Alcuni ragazzi a sedici anni si fanno le canne. Io mi sono fatto la chemio. Quando mi hanno diagnosticato un tumore maligno ho pensato di morire. E qualcosa è morta davvero: la paura.
Non ho scelto di avere il cancro, ma ho scelto come combatterlo.
Ho scelto di sorridere sempre.
Ho scelto di sorridere dei miei dolori, della mia stanchezza, della mia testa senza capelli.
Ho scelto di continuare a mostrarmi per quello che sono.




Questa credo sia una delle recensioni più difficili che mi sia mai capitato di scrivere. Io non ho più paura non è un libro facile da leggere perché intriso di emozioni, tante, tantissime e diverse. È un libro che si legge in qualche ora, molto scorrevole, ma quelle ore io le ho trascorse costantemente sull’orlo della commozione.

 

Niccolò ci mette tutto nelle sue parole: il dolore, la tristezza, l’angoscia, l’amore per e della famiglia, ma anche la felicità e la spensieratezza di un ragazzo di sedici anni. E io queste emozioni le ho provate tutte mentre leggevo. Le parole di Niccolò mi sono entrate sotto pelle, nel cuore e lì ci resteranno.

 

Sono la mamma di un bambino che ama il calcio. È ancora piccolo, non ha ancora avuto occasione di approcciarsi per davvero a questo sport, ma ieri sera guardavo mio figlio che giocava a pallone (in casa, ragione per cui lo sgrido il più delle volte) e mi ci sono ritrovata a pensare a Niccolò, alla rabbia e al dolore che deve aver provato per tutto il tempo in cui lui il pallone non l’ha potuto toccare. Ho deciso che da oggi in poi non sgriderò più mio figlio, lo lascerò giocare a pallone anche sul soffitto se lo volesse.

 

Attraverso le parole di Niccolò mi sono trovata anche a mettermi nei panni dei suoi famigliari e amici. Purtroppo mi sono trovata, in più di un’occasione, a essere tra quei familiari, a stare vicino a chi lotta ogni giorno contro quella terribile malattia e so benissimo che a volte ce la si può fare e altre no e so benissimo anche quanto duro è il percorso che porta verso, si spera, la guarigione. Questi sono alcuni dei motivi per i quali ho trovato così difficile leggere questo libro: un po’ perché non è mai facile ricordare certi momenti, anche se non li si è vissuti in prima persona, e un po’ perché, da madre, il pensiero va automaticamente lì, a pensare come si devono essere sentiti i genitori di Niccolò, a come deve essere stata dura per la sua famiglia, oltre che per lui.

 

Mi ci vorrà un po’ per riprendermi da questa lettura essendo io una persona molto empatica, ma voglio ringraziare Niccolò Palombini per ciò che ha scritto perché so che rileggerò le sue parole molte, moltissime volte. Le rileggerò quando avrò bisogno di ricordare che al mondo ci sono molte cose ingiuste, cose che capitano un po’ a caso, a chi non meriterebbe che il bene; che nella vita non bisogna arrendersi mai e che la forza d’animo può far miracoli.

 

Niccolò dice: “Il valore si ottiene con la conquista e il superamento di un duro ostacolo” ed è vero, lui ha dovuto superare l’ostacolo più grande, ha dovuto lottare duramente, solo anche se circondato da affetti, a un’età in cui l’unico pensiero dovrebbe andare agli amici, alle uscite, ai primi amori, non certo a cure, terapie e ospedali.

 

“Essere forti è semplice quando è l’unica scelta che hai” scrive ancora Niccolò e la reputo una delle frasi più amare che abbia mai letto; è dura pensare che per qualcuno rappresenti la pura verità, che si debba per forza essere forti, che non si possa mollare nemmeno per un attimo, che si debba lottare e lottare, senza possibilità di distogliere mai lo sguardo dal proprio obiettivo. Ma Niccolò la forza l’ha avuta e ce l’ha ancora, si capisce dalla potenza e dal coraggio con cui racconta ciò che ha passato; parole semplici, ma che arrivano dritte al cuore e alla mente, dritte come frecce, ma che fanno riflettere.

 

Grazie, Niccolò, per aver avuto il coraggio di condividere il tuo vissuto, perché sei giovane, troppo giovane per aver passato ciò che racconti, ma ne sei uscito a testa alta. Sii fiero di te, sempre!



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